Negli anni ’70, nelle competizioni internazionali era ammessa in squadra la partecipazione di un secondo giocatore straniero, il che rappresentò un ulteriore richiamo per il pubblico reatino, affamatissimo di basket e di nuove stelle per le quali impazzire. La scelta dello straniero di coppa della Brina, in occasione della prima partecipazione alla coppa Korac 1974-75, cadde su un giocatore messicano: Arturo Guerrero.
Nelle stagioni precedenti una altro messicano, Manuel Raga Navarro, guardia dalle gambe di caucciù che lo facevano letteralmente levitare in aria, tiratore micidiale e creativo, aveva infiammato le platee di tutta Europa giocando nella grande Ignis Varese.
Anche Guerrero, soprannominato in patria Mano Santa per le sue doti di tiratore, era una guardia. Ammirato in azione alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968 assieme a Raga, Arturo era stato però sfortunato rispetto a Manuel. Infatti, essendo ammesso all’epoca un solo straniero per squadra, quasi tutte le formazioni europee optavano in campionato per un ala-pivot o un centro. Raga invece ebbe la fortuna di essere scelto da Varese che, potendo contare su un pivot come Dino Meneghin, poteva concedersi il lusso di schierare in campionato una guardia straniera.
A portare Guerrero a Rieti ci pensò Milardi che per motivi di lavoro trascorreva lunghi periodi a Città del Messico. Alcuni sostenevano che Guerrero fosse addirittura più forte di Raga. Sicuramente era un giocatore diverso. Ancor più veloce in contropiede e in penetrazione di Manuel - tanto che Lombardi lo soprannominò immediatamente Speedy Gonzales - ma meno tiratore, Arturo partiva spesso in contropiede arrivando in attacco sistematicamente prima di tutti e chiamava sempre la palla. Nessuno riusciva a stargli dietro, giocava a un ritmo frenetico e non si fermava mai. Una volta Masini, da bravo toscanaccio, lo bloccò e gli disse: «O Arturo, o te tu vai un po’ più pianino o noi si resta sempre un paio di azioni indietro col fiatone!».
Guerrero era dotato di una elevazione strabiliante: il suo numero preferito in riscaldamento consisteva nel prendere la rincorsa, lanciare la palla contro il tabellone, saltare, riprenderla al volo e schiacciare all’indietro a due mani. Niente male per quei tempi! Dunque un giocatore assai spettacolare. In ogni caso il dilemma su chi fosse più forte tra lui e Raga non è mai stato risolto. Infatti, pur allendosi molto più degli altri, il resto della squadra poteva giocare in campionato, mentre Arturo doveva attendere le gare di Coppa per ritrovare l’agonismo e per questo il suo rendimento si rivelò un po’ discontinuo.
La Sebastiani raggiunse la semifinale di Coppa Korac, che fu vinta dal Barcellona, grazie anche a Guerrero che, purtroppo, a fine stagione non trovò amatori in Europa e dovette tornare in Messico, dove era comunque una star.