Il senegalese Pape Sow è stato la cosa più vicina Lee Johnson che sia mai arrivata a Rieti. Il primo però era un pivot mentre quest’ultimo era un’ala. Inoltre Johnson aveva più acume tattico, senso del gioco di squadra e continuità mentre il caro Pape era un po’ più individualista e farfallone, tant’è vero che, pur essendo un giocatore dai mezzi atletici da UFO, non è ancora riuscito a giocare come ci si potrebbe aspettare da lui in squadre di Eurolega di primissimo piano. Cosa che invece fece il buon Lee Johnson, prima a Rieti e poi nel Maccabi Tel Aviv. Comunque Sow ha mostrato a Rieti diversi sprazzi di quello che fu il grandissimo Johnson.
Comunque il lungo senegalese, retribuito col contratto più elevato mai pagato dalla Nuova Sebastiani visti i trascorsi NBA, passò a Rieti come una meteora dispensando scampoli entusiasmanti di gioco e vittorie sensazionali come quelle contro Milano, a Roma al PalaLottomatica, o contro Pesaro, Purtroppo, sia il carattere innato, sia alcune difficoltà che iniziarono a manifestarsi in società, accentuarono alcuni difetti di Sow che, col passare delle settimane, divenne meno gestibile e siccome il giocatore aveva richieste importanti dall’estero, la società ne approfittò per liberarsene, alleggerendo temporaneamente la pressione sul bilancìo e sfruttando il sostanzioso buy-out pagato dai polacchi del Prokom per dare vita a un vendo 1 e compro 3 per tesserare Filip Videnov, Nelson Ingles e Steven Smith.