Negli anni ’90, quando non si riusciva a vedere la luce alla fine del tunnel del basket reatino, se qualcuno avesse detto, magari nel ’97, quando la Sebastiani sparì, Tranquilli, Antonello Riva vi riporterà in serie A, come minimo gli avremmo detto di cambiare spacciatore. Invece, quella improbabile profezia che nessuno si sarebbe mai azzardato a fare, si avverò. L’artefice fu Michele Martinelli, che portò Nembo Kid alla Virtus Rieti nel 2002, insieme al figlio Ivan. In precedenza, a parte la fulgida carriera, il bomber di Rovagnate era ricordato a Rieti perchè, ancora diciottenne, nel 1980, piazzò alcuni canestri importanti in garatre, a Rieti, dei quarti di finale dei playoff di serie A1, consentendo a Cantù di eliminare l’Arrigoni, che 3 giorni dopo avrebbe conquistato la Coppa Korac a Liegi.
Sia in quella partita che nelle occasioni stagionali in cui ancora affrontò Rieti nei tre successivi campionati di A1, Antonello non avrebbe mai immaginato che, una ventina di anni dopo, il capoluogo sabino avrebbe avuto un ruolo importante nella sua esistenza. Il suo arrivo a Rieti si rivelò tra l’altro una grande mossa sul piano dell’immagine e sulla serietà del progetto di ritornare entro breve nella massima serie.
Riva esordì in B1, nel suo primo campionato con Rieti, agli ordini di Tonino Zorzi, in una profetica trasferta a Montegranaro nel vecchio e angusto palasport di via Martiri d’Ungheria. Per tutto il primo tempo Antonello sembrò il dio della basket sceso in terra: faceva sempre canestro, sembrava inarrestabile. I tifosi reatini si leccavano già i baffi pensando se sarà sempre così si tornerà in Legadue in un battibaleno. Purtroppo nella pallacanestro ci sono anche gli avversari, i compagni di squadra e tante altre cose. In poche parole, quella formazione, orchestrata in regia da Lashun McDaniels e Marcelo Capalbo aveva dei problemi di tenuta e così, quando si trattò di gestire il vantaggio, Montegranaro, nonostante la Virtus contasse anche su Cempini, Avenia, Guerra e Reale, rimontò e vinse quella profetica partita.
Poco male, il campionato era lungo e con un paio di aggiustamenti le cose sarebbero dovute migiorare. Purtroppo, nonostante svariati aggiustamenti, sia in campo che in panchina col cambio Zorzi-Lasi, e malgrado gli sforzi di Riva, la promozione dovette essere rimandata.
Nel campionato successivo il rendimento in regular season di Antonello fu notevolissimo e i 26 punti con cui esordì a Rieti in garauno dei quarti di finale dei playoff contro Vigevano fecero sperare in cammino tutto in discesa. Sfortunatamente Nembo Kid soffriva già per un dolore al tendine d’achille: per lui fu più deleterio di quanto lo fosse la kryptonite per il super eroe dei fumetti a cui Riva è stato paragonato. Antonello strinse i denti per tutta la durata dei playoff, ma il suo rendimento inevitabilmente ne risentì. In ogni caso, in garatre di finale a Rieti, contro Trapani, i suoi 9 punti, con un paio di canestri decisivi, contribuirono al successo che riportò Rieti in Legadue il 12 Giugno 2004.
Nel campionato seguente, Antonello si presentò ai blocchi di partenza come giocatore però, col passare delle domeniche, le fatiche del campionato iniziarono a farsi sentire. In più, esigenze strategiche e mutamenti di organico, fecero si che il ritiro programmato per l‘anno successivo per andare a occupare il ruolo di general manager, fosse anticipato di una stagione.
Passato dietro la scrivania nel 2004, Antonello ha svolto un valido tirocinio per quattro stagioni alla Nuova Sebastiani, per poi iniziare a mettere a frutto a Veroli, in Legadue, tutto ciò che ha imparato a Rieti dove, sotto un certo punto di vista, ha svolto un vero e proprio corso accelerato sui più svariati aspetti del management di una società sportiva professionistica.