Jim Grandholm (4^ scelta NBA del 1984 dei Washington Bullets, da South Florida), bianco, 2.14, con precedenti in Svizzera e Francia, fu chiamato nel 1987 per sostituire il deficitario Jeff Wilkins. Non era un pivot vero e proprio, anzi tirava molto bene da 3. Secondo i tecnici reatini il particolare era secondario perché vicino al canestro si sarebbe spostato Kevin Restani, grandissimo e serio professionista anche se un po’ logoro.
Statisticamente Grandholm fu un giocatore di riguardo: 19.8 punti, 12.8 rimbalzi a partita e il 41% da 3 (24/58) furono infatti cifre importanti anche se molti tifosi lo hanno dimenticato. Sfortunatamente il buon Jim viene ricordato solo per la sfortunata partita del 2 Aprile 1988 a Rimini dove, pur avendo segnato 15 punti e catturato ben 22 rimbalzi, viene ricordato per quel tiro da tre frettoloso e fuori equilibrio, scoccato a circa 6 secondi dal termine della partita che, essendo nettamente sbagliato, permise ai romagnoli di imbastire il contropiede che consentì a Maurizio Ferro di realizzare il famigerato tiro che condannò la Sebastiani alla B1.
Purtroppo quella non è stata la prima volta, e non è stata certo l'utlima, in cui un giocatore è stato bollato per una singola azione, un singolo errore, al punto da ignorarne le residue qualità. In realtà il vero motivo della retrocessione della Sebastiani in B1 risale alla gara di andata con Rimini, disputata il 30 dicembre, in un’atmosfera un po’ troppo da capodanno. Prima del match i romagnoli avevano 4 punti in classifica rispetto ai 10 della Sebastiani. Purtroppo la Dentigomma Rieti sottovalutò gli avversari e perse sciaguratamente quella gara per 67-83 rimettendo in corsa Rimini che completò la rimonta come ormai è noto anche ai sassi.
Dopo la sfortunata esperienza a Rieti, Jim Grandholm ebbe modo di dimostrare le sue buone qualità non solo disputando un'ottimo campionato a Cremona, ma anche militando una stagione nei Dallas Mavericks.