Nel 1982, l’ingrato compito di rimpiazzare l’insostituibile Willie Sojourner tocco a Wayne Sappleton, proveniente dalla Loyola University di Chicago, 2^ scelta dei Golden State Warriors, giamaicano, 2.04. Ovviamente nero, come tutti gli stranieri succeduti a Bob Lauriski. Più che altro si trattava di un power forward, o ala-pivot o ala forte, chiamatelo come vi pare. Ma non era un centro. In precampionato però segnò tanto catturando anche molti rimbalzi, ad onta di una tecnica non proprio sopraffina e di uno stile di gioco poco spettacolare. Gli fu abbinato il riconfermato Tony Zeno, che era un’altra ala per cui, in pratica, la Binova che già aveva perso un play-maker come Brunamonti, giocò tutta la stagione senza un vero pivot e, come tutti sanno, perse 28 gare su 30 retrocedendo in A2.
L’anno dopo però Sappleton, un pessimo automobilista tra l’altro, ancora non si capisce come fece a distruggere una BMW nuova di zecca sul rettilineo della Terminillese, rimase ancora a Rieti, anche perché aveva stretto un legame sentimentale che durò qualche anno. In coppia con Claude Riley dette vita a una buona coppia di stranieri che però a Rieti, dove si sono visti tanti fuoriclasse, è rimasta poco impressa nella memoria. Portata la Fonte Cottorella a una tranquilla salvezza, Sappleton tentò la carta della NBA disputando una incolore stagione con i New Jersey Nets e poi tornò in Italia giocando ben 6 stagioni (a conferma della bontà del giocatore) tra Pallacanestro Livorno, Porto San Giorgio e Cremona. Nel 1991 è tornato in Giamaica e non se ne è saputo più nulla.