Luigi Simeoni, in arte Giggi Ferro, anche se il suo soprannome pare non derivi dal fisicaccio che madre natura gli ha dato, e la cui origine è un segreto che lo stesso interessato non intende rivelare, è stato il primo giocatore reatino a militare in serie A.
A lui, fortissimo anche in atletica leggera e nella pallanuoto – lo sapevate che a Rieti ci fu anche una squadra di tale disciplina? – si interessò a fine anni ’60 pure la mitica Ignis Varese e per un po’ Simeoni si trasferì nelle nebbie della Lombardia, salvo poi cedere all’irresistibile richiamo di Rieti.
Tornato in riva al Velino, Giggi fu uno dei pilastri della A.M.G. Sebastiani Basket, sia sul campo di San Liberatore che nelle forzate trasferte per andare ad allenarsi nella palestra romana del Cristo Re “Dove una volta – ricorda Simeoni – venne a giocare anche Vittorio Gassman, che aveva già abbandonato la carriera di cestista per abbracciare quella ben più gloriosa di attore”.
Per i giovani appassionati di basket, una delle attrazioni della Sebastiani pre-serie A era quella di vedere Giggi Ferro schiacciare durante il riscaldamento: un’arte sciorinata all’epoca solo dai mostri d’oltreoceano e da una manciata di giocatori italiani nel giro della nazionale. Qualche volta la schiacciata ci scappava anche in partita, quando si riusciva a lanciare Simeoni in contropiede.
Al giorno d’oggi, con i suoi 188 centimetri, Simeoni sarebbe un’esplosiva guardia o un’ala piccola. A cavallo degli anni ’60-’70, la sua potenza fu giocoforza sfruttata sotto i tabelloni. Difensore e rimbalzista tostissimo, buoni movimenti spalle a canestro e un tiro morbido nel raggio dei 3-4 metri, Giggi Ferro fu uno dei protagonisti della promozione in serie A del 1973: fu suo il tap-in che chiuse definitivamente i conti nello storico spareggio di Pesaro.
In serie A, invece, la sua fisicità fu sfruttata soprattutto per le doti di sacrificio in difesa, dove spesso gli toccò difendere sugli avversari più duri come Hawes, Fultz o Morse: “Non ho mai preso così tante botte sbattendo sui blocchi di Meneghin e Bisson per marcare Bob Morse” ricorda Simeoni.
Dopo tre stagioni in serie A, nel 1976, piuttosto che far fruttare esperienza e mestiere in serie B e C, Simeoni decise di passare in panchina dove è stato validissimo tecnico delle giovanili (con cui ha ottenuto diversi ottimi piazzamenti a livello regionale e nazionale) e assistente di tanti allenatori in serie A e B.
Nel 1986-87, dopo l’aggravarsi della malattia di Giancarlo Asteo, Simeoni guidò la Corsa Tris per 4 gare vincendone una. Rocambolesca però la sconfitta a Pescara, per un punto, dopo un supplementare che non si sarebbe mai dovuto giocare se il refertista non avesse sbagliato ad attribuire algi abruzzesi una tripla di Stefano Colantoni, che gli arbitri non vollero assolutamente correggere, e che avrebbe dato la vittoria alla Sebastiani ai tempi regolamentari.
Nel 1987-88, dopo le dimissioni di Nico Messina, Simeoni, in coppia con Sandro Cordoni, guidò la Sebastiani nelle ultime 5 partite. L’accoppiata tutta reatina vinse 2 delle prime 4 gare e sfiorò il miracolo della salvezza a Rimini, il 2 aprile 1988, se Maurizio Ferro non avesse messo a segno quel maledetto canestro che spedì la Sebastiani in B1.
Nel 1987-88, in B1, Simeoni subentrò a Elio Pentassuglia, deceduto in un incidente stradale, ma dopo quattro gare (di cui 2 vinte) preferì dedicarsi alle giovanili lasciando il posto a Cordoni.
In serie B1 e B2 Simeoni è stato assistente di Romano Petitti, Franco Gramenzi e Virginio Bernardi, oltre ad allenare sia a Rieti che fuori, ottenendo varie promozioni, l'utima delle quali nel 2007, quando ha portato la Spes (oggi Rieti Basket Club) in serie C dilettanti.