Il nome di Michele Martinelli ricorre frequentemente nella storia di Rieti. Il primissimo contatto avvenne nell’estate del 1996, quando prelevò Luca Colantoni e Paolo Scarnati in prestito dalla Sebastiani per portarli a L’Aquila, in B2, dove era divenuto da poco presidente della locale squadra di basket, oltre ad avervi stabilito da anni la sede dei suoi interessi professionali. In precedenza, negli anni ’80, Martinelli aveva coltivato interessi nel campo del basket femminile a Roma, di cui è originario.
Nel 1997, volendo bruciare le tappe, imbastì una trattativa per rilevare il titolo di serie B1 della Sebastiani che però era troppo appesantita dai debiti per cui rinunciò e rivolgendo i suoi interessi sulla vicina Roseto, che contribuì a portare in A2 nel 1998.
Sempre nello stesso anno Martinelli scandagliò la situazione di Rieti e poi diede una mano a Davide Angeletti e all’Assessore allo Sport del Comune, Marzio Leoncini, nell’individuare il titolo sportivo di B2 di Sant’Antimo che sarebbe stato fuso con la TNT Goliardica Basket Rieti per dar vita alla Virtus.
Dopo aver condotto Roseto in A1, nel 2002 Martinelli cedette il club a Enzo Amadio e rispose all’invito di Leoncini a rilevare la Virtus da Davide Angeletti. Una volta a Rieti, a conferma delle fortissime ambizioni, mise sotto contratto Antonello Riva affidando la squadra in panchina a Tonino Zorzi.
Vero e proprio stratega delle regole di mercato, non a caso fu proprio Martinelli a provocare nel 2001 la famosa sentenza Sheppard che dette il via libera al largo impiego di giocatori extracomunitari nel campionato di serie A, il nuovo proprietario della Virtus si diede un gran da fare per allestire un roster che permettesse a Rieti di tornare subito in Legadue, riuscendo a tesserare, oltre a Riva, altri 14 giocatori. Alcuni (McDaniels, Capalbo, Falco, Zanatta, Lucci e il giovanissimo Ivan Riva) non lasciarono il segno. Altri (Cempini, Gianella, Avenia, Michelon e Di Marcantonio) ebbero un rendimento alterno. Altri ancora però (Bagnoli, Guerra e Reale) insieme a Nembo Kid diedero vita all’ossatura su cui nacque la squadra che l’anno successivo salì in Legadue. Ma non basta, nel tentativo di far quadrare il cerchio, a 8 giornate dalla fine della regular season, Martinelli esonerò Zorzi rimpiazzandolo con Maurizio Lasi.
In precedenza, a settembre, su richiesta di Martinelli che cercava dei partner per affiancarlo nella nuova avventura, Leoncini aveva convinto Gaetano Papalia ad assumere la presidenza della Virtus, alla quale portò in dote la sponsorizzazione Tris.
Dunque, in realtà, Martinelli non fu il presidente della Virtus ma il proprietario. Di fatto, però, per tutta la stagione 2002/03, tenne in mano il timone della squadra decidendone le strategie di mercato da vero e proprio presidente-manager. Anche per questo, probabilmente, fu quasi inevitabile che due personalità così forti avessero idee diverse sulle scelte da fare e così, prima dei playoff, fu concordato che a fine stagione Papalia rilevasse per intero le quote societarie di Martinelli.
Tecnicamente parlando resta da chiedersi come sarebbe andato il quarto di finale dei playoff perso con Vigevano se Gianella non si fosse infortunato a una caviglia. Superando quel turno, la strada della Virtus sarebbe stata tutta in discesa? Non lo sapremo mai. In ogni caso l’avventura del vulcanico Martinelli a Rieti si concluse lì.