David Angeletti fu coinvolto dagli amici Attilio Pasquetti e Luigi Simeoni, nel progetto di rinascita del basket a Rieti un anno dopo la scomparsa della AMG Sebastiani, e già questo è un grandissimo merito. Nei quattro anni di presidenza (1998-2002) Angeletti non si è certo risparmiato nel tentativo di portare la Virtus in Legadue. Il tutto puntando esclusivamente sulle proprie forze, senza sponsor e soprattutto senza alcun tipo di aiuto istituzionale. Purtroppo, durante l’era Gramenzi, mancò solo un po’ di fortuna.
Al momento di lasciare la pallacanestro, a differenza di come spesso accade in situazioni del genere, la società non aveva pendenze o sofferenze di sorta e la città non era stata mai stata blandita con vuoti proclami. Ecco, forse l'unico neo fu quello di essersi concesso poco alla piazza, ma Angeletti era un personaggio concreto, che andava dritto alla sostanza delle cose, senza troppe chiacchiere. E questo è sicuramente un pregio assai raro. Per tale motivo resterà sempre una curiosità insoddisfatta sapere come sarebbe stata gestita la serie A2 che gli sfuggì per un pelo per due stagioni consecutive.
Una volta subentrate stanchezza e delusione, per poco, come avviene anche altrove, la società stava rischiando di emigrare verso altri lidi, a Caserta. Però, una volta prospettatasi l’ipotesi di cedere la il titolo a Michele Martinelli, il cambio della guardia avvenne rapidamente e senza ostacoli di sorta. Un proprietario come pochi.