Gli Harlem Globetrotters sono una squadra di basket che mescola atletismo, tecnica e comicità. Furono fondati nel 1926 a Chicago da Abe Saperstein e adottarono il nome di Harlem (Globetrotters significa giramondo) perché il nome del famoso quartiere di New York rappresenta il fulcro socio-culturale della comunità afro-americana.
La squadra era l’orgoglio degli sportivi neri perché all’epoca era impossibile trovare giocatori di colore nei licei o nelle università statunitensi, salvo che in quelli riservati esclusivamente a loro, ed era altrettanto impossibile vederli giocare nelle prime leghe professionistiche.
Gli Harlem, famosi per la loro teatralità, erano una squadra agonistica che però, nei primi anni di esistenza, dava il via a scherzi e a clownerie soltanto dopo aver stabilito un cospicuo vantaggio sugli avversari.
Nel 1948 e 1949 i Globetrotters sconfissero i Minneapolis Lakers (che oggi risiedono a Los Angeles), campioni della neonata NBA permettendo così, nel 1950, a loro atleta Chuck Cooper di essere il primo giocatore di colore ad essere scelto nell’NBA dai Boston Celtics.
Gradualmente, dalla fine degli anni ‘50, gli Harlem accentuarono l’aspetto spettacolare e comico del loro gioco pur annoverando tra le loro fila altri campioni NBA come Wilt Chamberlain (visto anche in Italia nel 1959), Nate Clifton e Connie Hawkins.
Avrebbero comunque meritato di giocare nell’NBA anche altri grandi campioni come i palleggiatori folli Marques Haynes e Fred Neal (detto Curly, cioè riccio, anche se in realtà era pelato come un uovo) o grandi showmen come Hubert Goose (papero) Ausbie o Meadowlark Lemon, quest’ultimo introdotto nella Hall of Fame (il museo del basket) di Springfield. Ed è proprio Lemon quello che sta tentando un tiro impossibile da dietro la schiena al Palaloniano nel 1975.
Sweet Georgia Brown è la loro famosa canzone-sigla e viene eseguita durante il riscaldamento quando i giocatori formano un cerchio a centro campo per passarsi la palla e palleggiare nelle maniere più fantasiose possibili.