Un altro importante giocatore arrivò a rinforzare la Brina, nel 1972, in serie B: il bolognese Paolo Bergonzoni, bandiera ed ex capitano della Fortitudo da 11 stagioni, in cui esordì a 15 anni, nel 1961. Ex nazionale e compagno di squadra di Gianfranco Lombardi, sempre nella Fortitudo. Non tutti sanno che Paolino, bravo playmaker dagli occhiali da vista legati con l’elastico, altro che lenti a contatto o goggles alla Horace Grant, nel ’67 fu oggetto dell’interesse dell'Ignis Varese che, per averlo, offrì alla società bolognese un giovane molto promettente, tale... Dino Meneghin. La Fortitudo però rifiutò.
Vero o non vero, ma i fortitudini d.o.c. confermano, Bergonzoni era molto bravo: palleggio, passaggio, bella sospensione e penetrazione. Il meglio del repertorio lo mostrò durante un’amichevole disputata prima dell’inizio della poule promozione in serie A contro la Gillette All Stars, squadra estiva itinerante diretta da Jim McGregor, ricca di giocatori statunitensi in cerca di ingaggi in Europa. Paolino, stimolato dal confronto, segnò 30 punti e lasciò tutti a bocca aperta.
Dopo la promozione della Brina, Bergonzoni tornò alla Fortitudo, anche se probabilmente il cuore gli era rimasto a Rieti. Infatti, durante lo scontro a Roma tra Brina e Alco (due marchi della stessa azienda, grafiche delle maglie assai simili), dopo un canestro di Vittori un giocatore dell’Alco rimise dal fondo passando la palla a Bergonzoni che non ci pensò due volte a tirare nel… proprio canestro. Segnando pure! «Che volete che vi dica – si giustificò poi – ho fatto confusione di maglie. Per un fatale momento ho creduto di avere ancora quella della Brina». In ogni caso il canestro di Bergonzoni non pesò sull’economia della partita, vinta da Rieti 83-74.