Il polacco Jiri Hubalek è il secondo giocatore uscito da Iowa State a giocare a Rieti dai tempi di Michael Payne. E come quest’ultimo con la Corsa Tris, anche Hubalek arrivò alla Nuova Sebastiani in un’annata complicatissima per raggungere una salvezza giudicata impossbile da tutti.
Pur avendo fatto i numeri (17.7 rimbalzi, 8.3 rimbalzi e più di 1 stoppata di media) al Portsmouth Invitational, il torneo al quale vengono invitate le matricole universitarie per essere visionate in vista delle scelte NBA, il simpatico Jiri, non fu chiamato dall'NBA, come sperava, al secondo giro e neanche convinse nelle summer league e nei successivi provini: fu giudicato ancora troppo immaturo e leggero.
Nelle prime uscite a Rieti, Hubalek, valido tiratore da 3 al punto di pensare che, nonostante l’altezza, il suo ruolo naturale fosse addirittura quello di ala piccola, fece intuire grandi potenzialità. Però, vuoi per il desiderio di giocare molti minuti, vuoi per un po’ di immaturità tecnica e di impulsività caratteriale, almeno all’inizio il rapporto con Lino Lardo, che voleva aiutarlo a maturare, fu un po’ conflittuale. A rendere ancora più complessa la gestione del ragazzo contribuì pure una maggior dose di insofferenza, rispetto ai più navigati compagni, ad affrontare e superare la difficile situazione economica della NSB.
In un altro club, forse, Hubalek sarebbe stato tagliato. Sicuramente la limitata autonomia sul mercato della Sebastiani ridusse tale rischio, anche se ci andò comunque assai vicino. Soprattutto quando Hubalek rifiutò, a differenza dei compagni, una proposta di dilazione economica da parte della società. Il giorno dopo però Jiri ci ripensò e chiese scusa ai compagni. Fu la sua fortuna.
Certamente prevalse anche un po’ di buon senso perché Giorgio, come fu soprannominato a Rieti, comprese che, dal momento che la squadra proseguiva a perdere i pezzi, per lui ci sarebbe stato tanto più spazio in campo e che il coach non avrebbe potuto toglierlo tanto facilmente dal campo se avesse commesso qualche ingenuità, come accadeva nella prima parte della stagione.
Dopo la fuga di Pervis Pasco, nelle ultime 7 gare Hubalek viaggiò a 15 punti, 10 rimbalzi, una stoppata di media con alte percentuali al tiro da 3. Fu la svolta per la Solsonica.
In meno di un campionato, e in una situazione societaria assai complicata, è come se Jiri avesse disputato 2 o 3 stagioni in una per completare una maturazione tecnica rapidissima.
All’interno del PalaSojourner, sempre più spesso iniziò a risuonare il coro Hu-Hu-Hubalek al quale il simpatico Giorgio, rispondeva con un saluto miltare come per dire Missione compiuta! :la salvezza sportiva della Nuova Sebastiani era divenuta una realtà.
L’anno successivo in Legadue a Sassari è poi giunta la definitiva conferma che Hubalek è diventato un vero giocatore di basket.