Quando, alla fine del 2006, Wade Helliwell (2.11), australiano di passaporto inglese, approdò alla NSB, stava per essere rilasciato da Siena che ormai aveva completato il recupero del pistolero Lonnie Baxter, da poco graziato dalla giustizia a stelle e strisce. In estate, infatti, questo ragazzaccio, poco dopo la firma del contratto col Montepaschi, una sera a Washington aveva esploso, chissà perché, alcuni colpi di pistola in aria dall’auto a pochi isolati dalla Casa Bianca provocando l’immediato intervento e arresto da parte degli agenti dell’FBI che lo sbatterono in gattabuia senza tanti complimenti.
Dunque Helliwell, rimpiazzo di Baxter, non serviva più a Siena e il lungo australiano andò a sostituire Chris Pearson.
Helliwell si era distinto nei due campionati e mezzo precedenti come cambio dell’innumerevole serie di centri, più o meno azzeccati, che si erano avvicendati a Roma (Ekezie, Trent, Tusek, Van Den Spiegel, Griffith, Bowdler). Nella capitale all’australiano era sempre stato chiesto di difendere duro, piazzare blocchi, preservare i lunghi titolari dai falli, fare a sportellate sotto canestro. Però, malgrado ciò, specialmente sotto la guida di Pesic, il canguro aveva talvolta fatto intravedere buoni numeri pure in attacco e aveva salvato anche qualche situazione difficile, sciorinando buone giocate in virtù di discreti fondamentali, salvo poi dover tornare rapidamente nei ranghi per far posto ai titolari, non sempre comunque all’altezza del presunto valore.
Helliwell, prima di scegliere Rieti, aveva avuto qualche richiesta dalla serie A che, al solito, lo cercava per svolgere il consueto lavoro sporco, ma il ragazzo intuì che alla Sebastiani sarebbe stato in campo più a lungo, avrebbe giocato minuti di qualità e sarebbe stato più coinvolto in attacco. Insomma avrebbe potuto dimostrare di non essere il brutto anatroccolo che molti credevano fosse. Il problema principale era quello di scrollarsi di dosso al più presto la ruggine e riuscire rapidamente a riciclarsi nel ruolo di protagonista, dopo diverse stagioni passate a fare da semplice sponda. Non tutti apprezzarono il cambio Pearson-Helliwell, sottovalutando quest’ultimo. Da parte sua il ragazzo avrebbe avuto bisogno di alcune settimane per dimostrare di essersi meritato la fiducia di Lardo e Giuliani e convincere lo scetticismo dei tifosi.
Alla fine Helliwell, troppo abituato a fare i blocchi per compagni di squadra di classe superiore, stimolato anche dalla partenza di Simone Bganoli, riprese confidenza con minutaggi più ampi e a far canestro con maggiore continuità, pur avendo un bagaglio tecnico non sopraffino. La NSB, nel frattempo, aveva firmato prima il modesto Mirko Verginella e poi Alessandro Cittadini per rimpiazzare il vuoto lasciato da Bagnoli.
Nella storica partita del 22 Aprile 2007, a Pesaro, Helliwell dette un grosso contributo alla vittoria che valse la promozione in serie A e quando dovette uscire per falli, il pur costoso Cittadini lo seppe sostituire a dovere nei minuti finali di gara e nel supplementare, ripagando almeno sul piano sportivo il suo oneroso contratto.
L’anno dopo, in serie A, inizialmente Helliwell doveva essere il cambio di pape Sow e dopo la partenza del senegalese si impegnò per rimpiazzarlo come meglio poteva. In difesa, al solito, Wade dette il suo contributo ma in attacco denunciò i limiti già conosciuti andando in doppia cifra una sola volta. In ogni caso Helliwell ha lasciato a Rieti un buon ricordo di un ragazzo serio, volenteroso e allenabile.
Dopo Rieti, le sue destinazioni sono state Montegranaro e, nel 2009/10, il Paok. In Grecia.