Giuseppe Pitoni, per tutti Peppe, è un personaggio schivo, di poche parole, umile. Difficile tirargli fuori qualcosa dalla bocca. Eppure è una figura importante dello sport reatino, che ne avrebbe da raccontare molte, ma la sua signorile modestia lo porta a minimizzare i suoi trascorsi, che considera come fatti normali, niente di speciale.
Innanzitutto Peppe è unanimemente considerato il più forte saltatore in alto di Rieti di sempre, ma attenzione a quello che ricorda l’amico Gianni Cavoli: “Peppe – ricorda il professore – a 15-16 anni aveva misure superiori a quelle di Valerij Brumel – grandissimo saltatore sovietico – alla stessa età. Poi, un giorno, decisero che dovesse andare a migliorare allenandosi a Formia. Pitoni era secco leggero, un fascio di nervi e soprattutto elastico e leggero. Quando ritornò era diventato un animale, col doppio di muscolatura. Lo rovinarono e gli fecero perdere tutta l’esplosività. Un vero peccato”.
Abbandonato l’agonismo, Pitoni divenne Maestro di Sport e valentissimo allenatore. Dagli anni ’70 fino a metà degli anni ’90 fu il preparatore atletico della Sebastiani. Ma le sue capacità furono notate anche più in alto perché divenne anche il preparatore atletico della nazionale di basket che partecipò ai campionati mondiali di Manila del '76, agli Europei di Torino del '90, sotto la guida di Giancarlo Primo, e alle Olimpiadi di Mosca del 1980, sotto la guida di Alessandro Gamba, terminate con la conquista dell'argento.
Non chiedetegli di più però a Peppe, perché non vi dirà nient’altro. Per lui è stato tutto normale.

Giuseppe Pitoni (il terzo da sinistra con i baffi) in ritiro con la nazionale italiana: Renzo Vecchiato, Pitoni, Domenico Zampolini, Pierluigi Marzorati, Vittorio Ferracini, Dino Meneghin, Marco Bonamico, Fabrizio Della Fiori, Renato Villalta, Renzo Bariviera, Lorenzo Carraro, Giulio Jellini, Carlo Caglieris, Galleani (fisioterapista), Gianni Bertolotti, Giancarlo Primo (allenatore)