Nel 1988 la Sebastiani era appena retrocessa in serie B1 è stava allestendo la squadra per il nuovo campionato. Valentino Renzi, attuale presidente della Lega di serie A, all’epoca general manager della Sangiorgese, segnalò a un dirigente della società una giovane guardia di 25 anni che segnava montagne di canestri in B2 a Lecce. Si chiamava Giuseppe Frascolla, in arte Pippo. Il conterraneo Elio Pentassuglia lo conosceva bene, ma aveva già messo gli occhi su un veterano di serie A, il triestino Roberto Ritossa che però non lasciò il segno. Chissà come sarebbe andata con Frascolla?
Era comunque destino che le strade di Rieti e di Frascolla prima o poi si dovessero incrociare. Infatti accadde nel 1999, quando Pippo, che aveva trascinato Avellino in A2 facendovi anche qualche dignitosa apparizione, approdò alla neonata Virtus.
La regular season del campionato, disputato nel girone nord causa ripescaggio, fu una vera passeggiata e Frascolla fu il trascinatore della Virtus. La squadra era fortissima e tutti la davano già in Legadue. Purtroppo, prima di garadue dei quarti di finale dei playoff con Bergamo, allenata da Lino Lardo, Pippo si infortunò a un polpaccio. Dopo aver perso in Lombardia si sperò di recuperare Frascolla per garatre ma invano. Gli orobici ne approfittarono, vinsero e i sogni di promozione di Rieti furono forzatamente rimandati.
Nel campionato successivo la Virtus allestì una formazione ancora più forte aggiungendo tra gli altri un fuoriclasse come Stefano Bip Vidili. Anche questa volta regular season, quarti di finale e semifinale di playoff furono una vera formalità. Purtroppo, col passare delle settimane si era creato un dualismo tra i due realizzatori principi della squadra: Frascolla e Vidili. Sarebbe stato il caso di rinunciare a uno dei due? Difficile dirlo. Comunque c’è chi dice che la grande delusione del 1° Giugno 2000 contro Castelmaggiore, dipese anche dalla definitiva esplosione di questo dualismo.
In realtà, più probabilmente, dopo aver dominato la stagione, la Virtus giunse in riserva di energie fisiche e mentali con 40 minuti di anticipo rispetto a quella famigerata garatre e Castelmaggiore non fece altro che approfittarne.
Lasciata Rieti, Frascolla ha proseguito a crivellare canestri ancora per qualche anno prima di passare il testimone al promettente figlio.