Campionati
1970 / 1971
La Snia, il cui presidente era divenuto Renato Miliardi, si presentò al campionato di serie C con ambizioni di promozione. Sin dall’inizio l’avversaria più ostica fu il Moretti Chieti con cui si instaurò un’asprissima rivalità che, addirittura, affondava le radici nelle sfide senza esclusione di colpi del passato tra le rispettive squadre di calcio.
A due giornate dal termine del campionato, Chieti inseguiva la Snia a 2 punti. A Rieti venne a giocare il Costone Siena che non aveva nulla da chieder alla classifca. La partita fu equilibrata e combattuta, ma qunaod la Sebastiani era in vantaggio di 4 punti a pochi secondi dalla fine, dopo svariate scintille scoppiate più volte durante l’incontro, si scatenò una furibonda rissa sotto il canestro ospite.
Quando, a fatica, gli animi furono sedati, i toscani rientrarono negli spogliatoi e non vollero tornare in campo per disputare gli ultimi secondi di gioco. Gli arbitri alzarono una palla a due per il solitario Simeoni che la schiaffeggiò verso un compagno e la partita finì lì. La domenica successiva la Snia era attesa da una facile trasferta e, vincendola, sarebbe stata promossa in serie B. IL Costone però inoltrò ricorso sostenendo che nelle battute finali della gara di Rieti c’era stata un’invasione di campo e che la vittoria fosse da attribuire a loro. La Federazione accolse il reclamo e, nonostante il successo all’ultima di ritorno, la Snia si vide negare i due punti conquistati contro il Costone per cui fu raggiunta da Chieti. I più maligni sostennero che la provocazione dei toscani, ornai salvi, fosse stata in qualche modo suggerita. Dunque, non solo occorreva uno spareggio per determinare chi sarebbe andata in serie B ma bisognava anche stabilire “dove” disputarlo. E già perchè ormai tra le due società correva un odio tale che, per evitare al massimo che le rispettive tifoserie entrassero in contatto, fu deciso di giocare il match il più lontano possibile. Dove? Nientemeno che al Palalido di Milano!
Purtroppo, nonostante i 600 km. di distanza dalle rispettive città, una trentina di reatini e circa il doppio di teatini seguirono le rispettive squadre in Lombardia: si trattava di ultras (anche se all’epoca il termine neanche esisteva) di primissima qualità e pronti a tutto.
Per farla breve, sul parquet la Snia perse lo spareggio, ma tra gli spalti… i tifosi reatini si fecero onore stravincendo al punto tale che quello che accadde al Palalido finì sulla cronaca nera nazionale del Corriere della Sera.
La Sebastiani ritornò da Milano con le ossa rotte, e non solo in termini sportivi, ma meditava di rifarsi l’anno successivo.