Campionati
 
1945 / 1946

Dal libro Sabina anno zero di Pietro Pileri.

Il 6 giugno 1944 dopo un bombardamento anglo-americano nel quartiere Borgo S. Antonio, le pattuglie tedesche, in preda alla rabbia per la morte di alcuni commilitoni, si diedero alla caccia di quattro dei sei fratelli Sebastiani: Angelo (32 anni), Mario (28), Gino (25) ed Enrico (22), tutti abitanti del rione S. Francesco ma sfollati a Cerchiara di Poggio Fidoni. La loro colpa? Quella di avere ospitato a Poggio Perugino alcuni ufficiali inglesi, poi ricongiuntisi ai loro reparti dopo lo sbarco di Anzio.
Probabilmente, così come altri repubblichini collaborazionisti dei nazisti, il capo della provincia, l’ex federale Ermanno Di Marsciano, aveva saputo di tale ospitalità e per questo motivo ebbe un violento litigio con Angelo Sebastiani a cui seguì, proprio il 6 giugno, l’arresto dei suoi fratelli Mario e Gino, prelevati dai nazisti e condotti al lago di Ripasottile con la scusa che due soldati tedeschi vi erano affogati per cui occorreva svolgere alcune pratiche di recupero e riconoscimento. I due fratelli, dopo un sommario interrogatorio in cui tentarono invano di difendersi, furono seviziati e uccisi sulle sponde del lago. Una donna, presente all’eccidio, riferì che un sottufficiale tedesco partecipante alla "eroica" impresa esclamò: “Abbiamo giustiziato due partigiani”.
Tre giorni dopo, il 9 giugno, una pattuglia tedesca si recò a Cerchiara, ancora una volta con una scusa, per condurre al comando germanico Angelo Sebastiani, al quale si aggregò il fratello Enrico. Insospettito dal rischio di una trappola, Angelo colse il momento opportuno per colpire con un pugno la pistola del sergente tedesco che lo affiancava e poi, approfittando della sorpresa, tentò di fuggire con Enrico su un costone della strada provinciale per Rieti. I due fratelli, per tentare di confondere i tedeschi, si divisero. Ma invano. Nella successiva sparatoria Enrico fu ferito all’inguine dal sergente tedesco e, poiché perdeva molto sangue, fu ritenuto kaput.
Angelo invece riprese a salire verso Cerchiara ma fu colpito dal fuoco incrociato di due mitragliatrici. Quindi i tedeschi cercarono inutilmente Enrico che però, malgrado la grave ferita, era riuscito a rifugiarsi in un anfratto per poi essere ospitato a S. Filippo dal veterinario, il Dr. Mario Ciancarelli.
Rieti onorò i tre giovani fratelli, popolarissimi per la loro versatilità in varie discipline sportive, intitolando alla loro memoria sia la Società Sportiva M.A.G. Sebastiani (una polisportiva con sezioni dedicate anche alla scherma, alla ginnastica e al ciclismo) fondata da Luigi Padronetti, sia il Rifugio Sebastiani, che si trova sul Monte Terminillo a 1900 metri.

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NASCE LA M.A.G. SEBASTIANI
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