Campionati
2003 / 2004
Nell’estate del 2003, una volta rilevata la Virtus da Michele Martinelli, Gaetano Papalia cambiò denominazione della società in Nuova Sebastiani Basket e provò a bussare, ma senza insistere più di tanto, alla porta di Castelmaggiore per sapere cosa volesse farne del proprio titolo di Legadue. Gli emiliani però spararono alto e saggiamente il presidente preferì non partecipare a folli aste. Dopodichè Big Gaetano chiamò a Rieti Domenico Zampolini in veste di direttore sportivo e iniziò a costruire la squadra mantenendo l’ossatura composta da Riva, Guerra, Reale e Bagnoli, ai quali fu aggiunto Roberto Feliciangeli, che rimpiazzò Avenia, mentre in regia avvenne una vera e propria rivoluzione con l’addio a Gianella e Michelon per fare spazio ad Aniello Laezza (veterano della serie A, fresco reduce dalla promozione di Sassari in A2) e Cristiano Fazzi (nel 2002/03 in A1 a Cantù: finalista di Coppa Italia, 3^ in regular season, eliminata nei playoff scudetto dai vice campioni d’Italia della Fortitudo Bologna). Fu una notevole iniezione di esperienza, mestiere e carisma. Infine, al deludente Cempini subentrò Pietro Bianchi, reduce dalle promozioni in Legadue del 1999 (Barcellona), 2001 (Capo d’Orlando) e 2002 (Teramo) nonché di quella in A1 del 2003, sempre con Teramo. Il tutto inframezzato dalla sfortunata finale di playoff del 2000 con Rieti.
A Gennaio fu inserito anche Walter Magnifico, altro pezzo di storia del basket italiano, definito da Papalia una polizza assicurativa in caso di defezione di qualche giocatore. La Tris però giocò assai bene in regular season, senza mai registrare infortuni rilevanti, tanto da non richiedere mai l’impiego di Magnifico e la serie di piccoli infortuni che gli impedì spesso di essere al meglio della forma passò inosservata.
Sin dalle battute iniziali, la Tris si assestò al primo posto in classifica senza più mollarlo. L’unico fastidio fu rappresentato da Trapani a causa dello sciagurato match di andata, in Sicilia, in cui la Sebastiani, avanti di 22 al riposo, incassò nella ripresa ben 64 punti perdendo alla fine di 7 lunghezze. Senza tale peccato veniale il primato in classifica del girone B sarebbe stato appannaggio di Rieti con settimane d’anticipo e la questione del primo posto fu risolta alla penultima di ritorno, quando Trapani fu travolta al Palaloniano 104-86 di fronte al pubblico più numeroso mai visto dopo la famigerata garatre persa con Castelmaggiore nel 2000.
Il successo fu subito bissato la settimana successiva con la conquista della Coppa Italia di Lega Nazionale, disputata a Rieti, ai danni di Castelletto Ticino (85-79). Nonostante ciò, ad una regular season piacevolmente monotona fecero seguito dei playoff fin troppo ricchi di emozioni.
Dopo la conclusione della trionfale regular season del 2003, il 25 Aprile, giorno dell’inizio dei playoff per la promozione in Legadue, nessuno avrebbe mai immaginato che questi si sarebbero rivelati un vero e proprio calvario e che sarebbero durati ben 49 giorni, fino ad arrivare in pieno Giugno. Ma tanto fu.
Dal campionato 1998/99, anno di fondazione della Virtus, soltanto una volta l’obiettivo dei play-off era stato fallito: nel 2001/02, terminato con il play-out salvezza vinto contro Castelletto Ticino. Invece, nelle altre quattro partecipazioni per ben tre volte Rieti era uscita al primo turno nei quarti di finale: nelle prime due occasioni ad opera di Bergamo mentre nell’ultima (nel 2003) era stata eliminata dai trentennali rivali di Vigevano, vittoriosi a Rieti in garatre.
Infine, nell’unica occasione in cui lo scoglio dei quarti era stato superato, la Virtus era volata dritta in finale, nel 2000, per essere poi sconfitta in garatre al Palaloniano da Castelmaggiore.
Insomma, per chi dava importanza a questi precedenti, alla vigilia dei play-off, il superamento dell’ostacolo rappresentato dai quarti di finale offriva qualche motivo di preoccupazione, nonostante la solitaria galoppata della Tris, vera dominatrice della regular season dalla prima all’ultima giornata.
Infatti, dopo le due eliminazioni nei quarti da parte di Bergamo, squadra lombarda, il fatto che per la seconda volta consecutiva Vigevano, ancora una lombarda, per giunta vittoriosa l’anno precedente su Rieti, si opponesse al cammino di Riva e soci, innescava timori di brutti ricorsi storici.
D’altro canto c’era pure chi riteneva positivo il fatto che, una volta superati i quarti di finale, i precedenti dessero Rieti come sicura finalista anche se poi, in quell’unica occasione, la Virtus dovette subire la terribile beffa casalinga inflittale da Castelmaggiore. Ma gli ottimisti presagivano che battendo Vigevano, come nel fatidico 1973, la sorte avrebbe consegnato a Rieti il sicuro passaporto verso la serie A.
In realtà, ben pochi immaginavano che per tornare in serie A si sarebbe dovuto ricorrere allo spareggio tra le perdenti delle prime due finali dei play-off, anche se tutti erano coscienti che il pericolo maggiore, come poi si sarebbe realmente verificato, proveniva da Montegranaro, unica squadra tra tutte quelle inserite nel tabellone dei play-off (le altre erano Lumezzane, Patti, Forlì, Veroli e Bologna) a poter realmente impensierire la Tris.
In ogni caso, ad esorcizzare lo spauracchio di una sconfitta in finale, i soliti ottimisti confidavano non solo sul fatto che tutte le garetre si sarebbero disputate al Palaloniano ma soprattutto sull’improbabilità che si sarebbe potuta ripetere un’altra Castelmaggiore.
Purtroppo i tifosi reatini non immaginavano ancora che li attendevano 49 interminabili ed estenuanti giorni di sofferenza. Tanto infatti sono durati i play-off 2004, il cui andamento, tra illusioni e cocenti disillusioni, sarebbe stato tale da far vacillare anche il più incrollabile degli ottimisti.
QUARTI DI FINALE
Gara 1. Tris Rieti – Ventaglio Vigevano: 103-99 d.t.s.
I timori sulle difficoltà, di natura più che altro psicologica, nel superare lo scoglio del primo turno dei play-off furono confermati in pieno in garauno. Gli ospiti, infatti, giocando a basso ritmo e difendendo molto bene, riuscirono ad imbrigliare una Tris nervosa e contratta il cui emblema fu Laezza, che esordì con un eloquente 0/8 al tiro.
I lomellini volarono anche a +11 tanto che fu necessario un monumentale Antonello Riva (che chiuse con 26 punti, 2/5 da 2 e 5/7 da 3) per riacciuffare Vigevano nel terzo quarto.
Comunque, grazie al contributo di Guerra e ai 12 rimbalzi di Bagnoli, a 9” dal termine (84-80 per la Tris) la pratica sembrava ormai già chiusa quando, inspiegabilmente, Feliciangeli commise un inutile fallo antisportivo a metà campo sul giovane Gergati (autore fino a quel momento di 22 punti) che costò alla Tris 2 tiri liberi più il possesso di palla per Vigevano. Gergati, freddissimo, fece 2/2 dalla lunetta e poi, nell’azione successiva, fu fermato fallosamente a tempo scaduto da Reale. Altro 2/2 ai liberi della guardia lomellina: 84-84. Nel supplementare, finalmente, grazie anche al risveglio di Laezza, la Tris potè controllare gli avversari.
Finita la partita, Feliciangeli non sapeva perdonarsi il suo madornale errore tanto da dichiarare che, se Rieti avesse perso e fosse stata eliminata, avrebbe addirittura abbandonato la pallacanestro. Ma Picchio non sapeva quale grande occasione di riscatto la sorte gli stesse preparando.
Gara 2. Ventaglio Vigevano – Tris Rieti: 73-98
Superata indenne garauno, la Tris sembrava ormai aver rotto il ghiaccio e infatti dilagò a Vigevano arrivando a condurre addirittura di 22 punti, grazie a ben 5 uomini in doppia cifra per Maurizio Lasi, con il solo Riva (1/3 da 2, 0/1 da 3) sotto tono. Ma Antonello, sofferente per un infortunio a un tendine d’achille, approfittando del 2-0 inflitto a Vigevano, avrebbe avuto 11 giorni di tempo per guarire nell’attesa di affrontare in semifinale Lumezzane, che aveva eliminato Patti con un rocambolesco 2-0.
SEMIFINALE
Gara 1. Tris Rieti – Sil Lumezzane: 64-58
Lumezzane, guidata dagli ex reatini Meleo e Martina, giunse a Rieti con la fama di squadra che, più che giocare a basket, era abile a distruggere il gioco avversario grazie ad una difesa durissima e arcigna e ad un attacco dai ritmi bassissimi. Il risultato finale di garauno ne fu la conferma. La Tris, che quasi ad ogni uscita in campionato aveva superato quota 90, fu infatti tenuta ad appena 64 punti dagli ospiti ma la squadra di Maurizio Lasi, condotta su un terreno ad essa teoricamente non congeniale, non fu da meno e, a sua volta, riuscì a mantenere gli avversari sotto la soglia dei 60.
Eppure, almeno nelle prime azioni, era sembrato che la Tris potesse ripetere garadue di Vigevano. Invece, alla lunga, la tattica estenuante di Lumezzane ebbe la meglio, tanto da far registrare al 29’ il 43-44 per gli ospiti. A quel punto Lasi, grazie ad una rocciosa zona 3-2 con l’impiego contemporaneo di Bagnoli e Bianchi (quest’ultimo 14 rimbalzi) e alle bordate di Fazzi e Guerra, seppe trovare la giusta chiave di lettura per aver ragione dei lombardi, che non mollarono mai la presa. Purtroppo Riva (0/3 da 2, 0/4 da 3) non sembrava avere ancora recuperato dall’infortunio.
Gara 2. Sil Lumezzane – Tris Rieti: 69-71
Il solito centinaio di tifosi che accompagnerebbe Rieti anche se giocasse in Groenlandia sperava che, come in garadue con Vigevano, una volta rotto il ghiaccio, la Tris avrebbe dilagato a Brescia, sede delle gare interne di Lumezzane. Niente di tutto ciò. Infatti, nonostante gli uomini di Lasi avessero condotto in pratica per tutta la partita raggiungendo il massimo vantaggio al 23’ (37-45), i padroni di casa non mollarono mai e, complice lo scandaloso 56% della Tris ai liberi, si arrivò a 7” dal termine sul 67-69 per Rieti che si accingeva a rimettere. Purtroppo, ancora una volta Feliciangeli ne commise una delle sue passando la palla a Tanfoglio il quale, senza farsi pregare due volte, ma senza neanche guardare il cronometro, andò a tentare in tutta fretta una tripla, pestando però l’arco dei 6.25. Nonostante le proteste dei locali il canestro di Tanfoglio fu considerato da 2 punti (69-69). Sul possesso successivo, Laezza subì un fallo e andò in lunetta a siglare il 69-71 per la Tris. Questa volta nessun proposito di ritiro da parte del recidivo Feliciangeli che al momento giusto sarebbe riuscito a farsi perdonare le ingenuità fin a quel momento commesse.
Nel frattempo Riva (5 punti 2/3 da 2) continuava a non dare segni di ripresa. Faceva però ben sperare la nuova decina di giorni di terapia e riposo disponibili in vista della scontatissima finale contro Montegranaro, che si era sbarazzata con un secco 2-0 sia di Bologna che di Forlì, quest’ultima addirittura umiliata (90-53) in garadue nelle Marche. Brutto segno.
1^ FINALE
Gara 1. Tris Rieti – Premiata Montegranaro: 77-85
La vigilia della finale fu caratterizzata dal tentativo da parte del presidente Gaetano Papalia di far spostare la sede del match casalingo di Montegranaro in un palasport ben più adeguato dell’angusto, e logisticamente insufficiente, impianto dei marchigiani. Purtroppo i regolamenti non permisero di accogliere la richiesta di Big Gaetano, che si sarebbe rivelato comunque un buon profeta. Del resto Montegranaro aveva già disputato tre edizioni dei play-off di B1, ottenendo una promozione in Legadue nel 2002, giocando proprio nella palestra di via Martiri d’Ungheria. Infine le norme di equità competitiva non consentivano a una squadra che aveva disputato un’intera regular season e già due turni di play-off in un determinato impianto di trasferirsi, in occasione della finale, in un altro palasport.
Si arrivò così alla prima sfida contro i marchigiani. Il Palaloniano, come al solito, era gremito all’inverosimile. Si avvertiva molta tensione, forse troppa. A farne le spese fu anche l’ex reatino Andrea Cempini, uno dei reduci della storica disfatta con Castelmaggiore, seduto in tribuna da spettatore, che fu poco elegantemente beccato dagli ultras. Ma quella sera erano presenti anche molti altri protagonisti di quella sfortunata partita. Come dire? Acqua passata non macina più.
Quando poi 350 tifosi marchigiani entrarono nell’impianto, le bordate nei loro confronti da parte dei 4000 reatini presenti raggiunsero addirittura livelli da inquinamento acustico. Com’era possibile perdere con un tifo del genere? Anche perché perfino la designazione arbitrale dava discrete garanzie per i padroni di casa. Eppure, ancora una volta, e non sarebbe stata neanche l’ultima, gli sportivi reatini avrebbero imparato che nei playoff il fattore campo conta assai meno che in regular season e che certe condizioni ambientali apparentemente sfavorevoli possono addirittura esaltare la squadra che in teoria dovrebbe subirle.
In ogni caso, pur essendo tutti consci del notevole potenziale di Montegranaro, nessuno immaginava che, dopo 12’, la Tris si sarebbe trovata sotto di ben 21 punti (13-34). Laezza, come già gli era capitato nelle precedenti gare di play-off, dopo aver fallito le prime conclusioni, insisteva a tirare tralasciando il gioco di squadra e per giunta, a complicare il tutto, ci si mise anche un infortunio a una caviglia del regista reatino. Riva invece, pur impegnando solo con la sua presenza le attenzioni del diretto difensore, continuava a soffrire per l’infortunio (avrebbe chiuso con 1/4 da 2 e 0/2 da 3). Il resto della squadra, oltre a bloccarsi completamente, si innervosì al punto da farsi affibbiare due falli tecnici e un antisportivo che, tra tiri liberi e possessi di palla, contribuirono a scavare un ampio solco a favore dei marchigiani.
Proprio in questo frangente prese anche corpo una disputa da parte di una frangia di tifosi su una presunta tardiva chiamata di un time-out da parte di Lasi e su un paio di mancate sostituzioni.
La Tris, grazie a un indomito Fazzi (3/3 dai 6.25) e alla difesa 3-2, riuscì perlomeno a ridurre le distanze senza però mai riagguantare definitivamente Montegranaro, che mantenne sempre una decina di punti di vantaggio, nonostante alcune decisioni arbitrali assai sfavorevoli ai marchigiani, e vinse con facilità.
Lo spettro di un’altra Castelmaggiore si stava materializzando al Palaloniano e nemmeno la possibilità di poter fare affidamento sull’eventuale seconda finale per la promozione era sufficiente a mitigare le preoccupazioni dei tifosi.
Che cosa stava accadendo alla Tris? Dove era finita la squadra che aveva brillantemente dominato la regular season e aveva superato i primi due turni di playoff con due secchi 2-0? L’incrollabile fiducia dei tifosi aveva subìto un piccolo cedimento al quale si era aggiunta la disputa su alcune scelte fatte da Maurizio Lasi.
Il martedì successivo, giocatori e staff reagirono in maniera unita e compatta alle critiche con un comunicato stampa che, citando addirittura un passo della Bibbia (Siracide 12: L’amico non si può riconoscere nella prosperità, ma nell’avversità il nemico non si nasconderà), invitava gli sportivi ad aver fiducia nella squadra e a sostenerla isolando quei pochi che l’avevano criticata.
In realtà, nessuno stava remando contro la Tris. Più semplicemente, dopo lo choc della sconfitta con Montegranaro, soltanto uno sportivo reatino, che da 16 anni aveva vissuto nient’altro che grandi disillusioni quali la retrocessione in quel di Rimini, lo sprofondamento in B2, la morte dell’AMG Sebastiani, la farsa di Battipaglia, la beffa di Castelmaggiore e la delusione della stagione precedente, poteva comprendere quale potesse essere lo stato d’animo della tifoseria che, soltanto per questo, si interrogava se in qualche modo garauno si sarebbe potuta raddrizzare.
Comunque, senza andare a scomodare le sacre scritture, la flessione della Tris aveva spiegazioni ben precise e chiare. La squadra di Lasi, che in regular season aveva viaggiato a oltre 87 punti di media grazie anche ai 32 punti a partita garantiti da Laezza e Riva, stava semplicemente soffrendo la flessione di rendimento sia del primo (per evidente stanchezza) che del secondo, a causa del noto infortunio (dopo i 26 punti segnati in garauno contro Vigevano, Nembo Kid aveva realizzato solo 11 punti nelle restanti 4 gare). E’ chiaro che, non potendo contare nella fase decisiva della stagione sul consueto apporto di due uomini chiave, tutto il peso della baracca ricadeva sulle spalle degli altri sei titolari (Evangelisti e Ivan Riva non furono mai impiegati), uno dei quali, Bianchi, preziosissimo in difesa quanto notoriamente poco prolifico in attacco, riduceva a cinque il numero dei giocatori in grado di creare difficoltà in difesa agli avversari. A questo punto, bastava la serata storta di uno solo di questi cinque restanti elementi abili e arruolati per rendere complicatissime le scelte tattiche di Maurizio Lasi.
Gara 2. Premiata Montegranaro – Tris Rieti: 61-67
La conferma delle considerazioni sulla crisi della Tris giunse il mercoledì successivo con l’eccezionale, quanto inaspettata per molti, vittoria a Montegranaro dove fu prezioso un rinato Laezza, il quale trovò immediatamente la via del canestro riprendendo subito fiducia in se stesso, per rimettere a posto gli equilibri tattici voluti da Lasi, colto durante il riscaldamento mentre stava leggendo la Bibbia.
La Tris, trascinata dal tandem Laezza-Fazzi, prese rapidamente in mano le redini della situazione ed anche Feliciangeli e Reale furono altrettanto all’altezza tanto che, al riposo, la Tris conduceva 29-37. L’arbitraggio era impeccabile, nonostante il pesante condizionamento ambientale, e lo sarebbe stato anche nella ripresa.
Nel frattempo, a Rieti, almeno 2000 persone stavano seguendo la partita in diretta a circuito chiuso grazie a un maxischermo montato al Palaloniano per volere del vulcanico Papalia per premiare la fede dei tifosi che non si erano potuti recare nella palestra di Montegranaro, dove poterono entrare solo un centinaio di reatini, stipati in una piccola tribuna come delle sardine. Al Palaloniano si tifava e si cantavano cori come se le squadre fossero lì sul parquet invece che a circa 200 km. di distanza.
Al rientro in campo Montegranaro ebbe una prevedibile reazione (38-37 al 34’: unico vantaggio per i marchigiani) ma la Tris non fece un passo indietro e riprese in mano le redini della situazione grazie alla zona 3-2 ordinata da Lasi, alla freddezza ai liberi di Fazzi (10/11) e ad un immenso Bagnoli (13 rimbalzi), artefice della giocata decisiva della serata: una monumentale stoppata su Maresca sull’ultimo tentativo dei marchigiani di riagguantare la Tris ormai in fuga.
Infine, meglio ignorare il dopo partita limitandoci a rilevare quanto fossero fondati i timori di Papalia che alla vigilia della finale aveva chiesto di cambiare sede di gioco per garadue.
La Tris aveva compiuto un’impresa eccezionale pareggiando la serie 1-1, ribaltandone così le sorti a proprio favore. Montegranaro, da parte sua, sarebbe riuscita a ripetere il miracolo di Rieti? Sembrava quasi impossibile anche perché, dopo la beffa di Castelmaggiore, molti ritenevano che Rieti cestistica, come suol dirsi, aveva già dato anche ai marchigiani in garauno. Insomma, il momento tanto atteso da 16 anni, già rimandato una volta il 1° giugno del 2000, sembrava essere ormai alle porte. Ma la pazienza dei tifosi reatini doveva ancora una volta essere messa dura prova.
Gara 3. Tris Rieti – Premiata Montegranaro: 78-97
Il momento tanto agognato era finalmente arrivato? Sarebbe stato quello il D-Day? Il giorno dello sbarco in Legadue? Tutti ovviamente erano consci che Montegranaro non sarebbe stata a guardare e proprio per questo Il Messaggero quella mattina titolò: Rieti non fà la stupida stasera. Del resto, si sarebbe potuto giocare peggio di garauno con Montegranaro? La risposta fu: sì, si poteva.
La progressione iniziale degli ospiti fu impressionante: 9-15 al 5’, 19-35 al termine del primo quarto (andando avanti cosi i marchigiani avrebbero segnato 140 punti!), 21-47 al 16’: +26 per Montegranaro e buonanotte ai suonatori.
Un vero choc. La squadra tatticamente accorta ed equilibrata ammirata in garadue appena tre giorni prima si era immediatamente liquefatta. A parte un timido tentativo di Feliciangeli, l’unico a non volersi arrendere fu un immenso e indomabile Fazzi (34 punti: 7/11 da 2, 2/4 da 3, 14/14 ai liberi). Gli altri? Non pervenuti.
Fu veramente dura attendere la sirena finale come una vera e propria liberazione da quella insostenibile sofferenza. Diversi tifosi abbandonarono il palasport in anticipo. Una cosa fu certa: i marchigiani, a differenza della Tris in garadue, poterono tranquillamente festeggiare sul parquet del Palaloniano la promozione in Legadue. Era la seconda volta che ciò accadeva in quattro anni in questo glorioso impianto. Una prova ardua da superare per gli sportivi reatini, di nome e di fatto. Con grande savoir-faire, gli occhi un po’ lucidi, Gaetano Papalia incassò il colpo e andò a congratularsi con gli avversari.
Il playoff di finale contro Trapani è descritto nella sezione PArtite Storiche.