Campionati
1996 / 1997
In estate andò a vuoto la trattativa per il passaggio della società nelle mani di Davide Angeletti. La situazione finanziaria non era florida ma venne comunque allestita la formazione più forte delle ultime tre stagioni. Obiettivo dichiarato: la promozione in A2. In panchina tornò Romano Petitti.
Memorabile in precampionato l’amichevole con la Notre Dame University, allenata dall’ex coach NBA John Mc Leod, sfociata in una rissa provocata da un fallaccio di Young su Pietro Bianchi che coinvolse tutti i giocatori e polizia in campo.
Purtroppo, sin dalle prime giornate il campionato fu condizionato dalle gravi difficoltà finanziarie della società. A gennaio un’altra trattativa con Angeletti non andò in porto. A complicare l’andamento del campionato ci si misero anche alcuni gravi infortuni a Lokar, De Ambrosi e Bernabei. L’Emmezeta si qualificò per il rotto della cuffia (8° posto) alla poule promozione. L’avvio però fu disastroso e, dopo l’iniziale sconfitta ad Avellino, l’incolpevole Petitti venne subito rimpiazzato, ancora una volta da Claudio Vandoni. Ma di salire in serie A2 non se ne parlò neanche.
Terminata la stagione la situazione economica si era fatta drammatica. Marco Lelli tentò a fine maggio di cedere il titolo di B1 della AMG Sebastiani a Michele Martinelli, ambizioso presidente dell’Aquila, che militava in B2, e contemporaneamente provò ad acquisire il titolo sportivo di A2 di Pistoia. La trattativa con Martinelli, che avrebbe subito dopo ripiegato su Roseto, si arenò sulla quantificazione dei debiti della Sebastiani mentre la seconda non andò in porto perché le garanzie economiche offerte per l’acquisto non vennero reputate sufficienti da Alfredo Piperno, Gm di Pistoia.
A fine giugno sfumò una disperata trattativa dell’ultimo minuto per cedere la società a un imprenditore romano spalleggiato dall’allenatore Maurizio Polidori. Non ci fu niente da fare. L’ AMG Sebastiani Basket. non fu iscritta al campionato e sparì.
Assorbito il colpo, si provò a ricostruire partendo dalla C1 di Contigliano. Venne nuovamente avvicinato Davide Angeletti e si cercò di coinvolgere anche Renato Milardi, tornato nel frattempo in Italia. Furono contattati Luigi Satolli, per affidargli la panchina della squadra, ed anche Paolo Scarnati.
Ma quando il progetto Contigliano stava per partire, come un ciclone a fine luglio irruppe nuovamente a Rieti Claudio Vandoni sostenuto da un consulente finanziario di Roma, Roberto Faenzi. L’obiettivo era ancora quello di trasferire a Rieti un diritto sportivo di serie A2: questa volta si trattava di quello detenuto da Battipaglia.
L’idea, più che altro, er quella di mettere la Federazione e la Lega di fronte al fatto compiuto, cioè dell’effettivo trasferimento baracca e burattini di Battipaglia a Rieti, sperando in qualche appoggio in Federazione e in Lega. In men che non si dica a Rieti arrivarono Giampaolo Di Lorenzo, Pino Corvo, Francesco Orsini, Nicola Bonsignori, Alessandro Gatto e Lorenzo Alberti, del quale ci si sarebbe ricordati in futuro al momento di costruire la Virtus che ancora doveva nascere.
Per quanto riguarda gli stranieri arrivò una leggenda del basket mondiale come Micheal Sugar Ray Richardson, immensa ex-star votato nel 1996 tra i 50 più forti giocatori NBA di tutti i tempi, costretto a emigrare in Italia per questioni di droga. Ex campione d’Italia ed europeo con la Virtus Bologna, Zucchero era ormai in declino ma in A2 poteva ancora dire la sua. L’altro straniero, dopo il provino di James Harper, era il pivot Bob Mc Cann, espertissimo, con alle spalle una marea di stagioni nella NBA, CBA e in Europa.
Al primo allenamento a ferragosto al Palaloniano c’erano almeno 500 spettatori a conferma che Rieti aveva sempre fame di grande basket. Purtroppo, smaltiti i primi entusiasmi, lo scetticismo sulla riuscita dell’operazione cresceva di giorno in giorno.
La squadra sembrava competitiva, ma le trattative politiche non promettevano niente di buono. Per non compromettere nulla si fu costretti a giocare a Battipaglia il turno casalingo di Coppa Italia contro Cantù per dare prova di buona volontà in attesa di qualche segnale positivo. Ma la situazione precipitò: Faenzi partì in missione per Treviso, dove aveva luogo la conferenza stampa di presentazione del campionato, nel tentativo di parlare con i rappresentanti di Fip e Lega, senza però trovare appoggi sufficienti.
Si cercò comunque di resistere andando a giocare la prima partita di campionato a Fabriano dove la squadra perse dopo aver resistito per 35 minuti. Il giorno dopo, però, senza validi sostegni, si dovette abbandonare l’impresa mentre Faenzi provvedette a garantire la copertura per tutti gli impegni assunti in quei 40 giorni.