Campionati
1983 / 1984
Riprendersi dal trauma della drammatica retrocessione in A2 fu durissimo ma necessario perché la AMG Sebastiani aveva molti problemi da risolvere. Innanzitutto quello di trovare chi potesse assumere su di sé la pesante eredità di Milardi. Quindi c’era da reperire uno sponsor. Infine bisognava garantire la copertura economica per la nuova stagione.
Il primo problema fu risolto con la nomina di Otello Rinaldi, il cui profilo è nelle sezioni Personaggi e Presidenti, il quale dopo una breve esitazione accettò subentrando al presidente ad interim Alido Tozzi. Rinaldi era un giovane imprenditore, già nel direttivo della società. Ex pilota sportivo automobilistico, grande appassionato e conoscitore di basket. La sua prima decisione fu quella di richiamare dall’esilio Italo Di Fazi nel ruolo di general manager.
Sciolto il primo nodo fu assai più difficile sbrogliare il secondo: quello dell’abbinamento. Dopo l’avventurosa retrocessione dell’anno precedente gli sponsor evitavano l’AMG Sebastiani come un’appestata. Il che aggravò ulteriormente il terzo problema, quello della copertura economica della stagione perché, tra l’altro, non ci si aspettava al Palaloniano il pubblico delle grandi occasioni. Quindi l’imperativo era: fare economia.
Sandro Cordoni, dopo tanti anni di assistentato in serie A e dopo aver ottenuto ottimi risultati con le giovanili, tra cui un titolo nazionale allievi nel 1979 e diverse partecipazioni alle finali nazionali in varie categorie, venne promosso head coach. Per lui non si trattava comunque di un esordio perché aveva diretto la Brina a Caserta tra il licenziamento di Vittori e l’arrivo di Pentassuglia. Adesso si trattava solo di fare la squadra.
Furono riconfermati Sanesi, Ferro, Blasetti, Pedretti, Olivieri e Stefano Colantoni. Dalla serie D tornò Luca Colantoni. Dalle giovanili venne promosso il negretto romano Roberto Franceschi.
Si trattava poi di rimettere ordine nel pacchetto degli americani visto che si era deciso di rinunciare a Zeno. Fu invece confermato Wayne Sappleton, che sembrava essersi accasato a Rieti, e ci si mise a cercare un pivot di ruolo. Dagli Stati Uniti gli abituali buoni canali preferenziali inviarono Claude Riley, il cui profile è nelle sezioni Personaggi e Giocatori Stranieri.
La squadra non era certo fortissima, però aveva i mezzi tecnici per vivere decentemente in A2 anche se l’ambizione di tutti era il ritorno in A1 il più rapido possibile. La squadra poggiava su Sanesi, i due americani e Ferro mentre Luca Blasetti, che aveva sperato invano di essere ceduto alla Pallacanestro Livorno, era in piena involuzione tecnica ed appariva irriconoscibile rispetto ai gloriosi tempi dell’Acqua Fabia. Avrebbe chiuso la stagione con 3,6 punti a partita. Il resto della truppa di italiani realmente abili e arruolabili (i fratelli Colantoni e Pedretti) contribuirono con appena 8.9 punti a serata totali. Eppure bisognava salvarsi.
Alla quinta giornata arrivò lo sponsor ma non c’era da entusiasmarsi: preso atto che almeno per questa stagione nessuno voleva abbinarsi con Rieti, la società Fonti di Cottorella, il cui presidente Giancarlo Giovannelli era anche dirigente della Sebastiani, e fece apporre io marchio su tute, divise da gioco e borse per la squadra. Totale: una ventina di milioni.
Nonostante Cordoni avesse un bilancio di 7 e 11 sconfitte, vista la debolezza della squadra, uno scivolone interno con Verona allarmò la società e Sandro fu esonerato per fare posto a Nico Messina, Il cui profilo è nelle sezioni Personaggi e Allenatori.
La mossa comunque, portò buoni risultati e la Fonti di Cottorella concluse dignitosamente la stagione. Nell’ultima giornata fu battuta Udine 106-99 e Riley dette spettacolo piazzando 10 schiacciate.